Venerdì 20 dicembre alle 18:30 avrò il piacere di accogliere Michael Kenna al Centro Scalzi di Venezia. In una conversazione parleremo del suo ultimo libro “Venezia. Memorie e tracce, che offre uno sguardo approfondito ai capolavori in bianco e nero del fotografo britannico, molti dei quali sono presentati nello stesso formato delle stampe originali.
Nel corso della serata parleremo della pratica fotografica unica di Kenna, caratterizzata da lunghe esposizioni, spesso della durata di diverse ore. Questa tecnica gli permette di rivelare dettagli nascosti del paesaggio veneziano. La sua macchina fotografica cattura una varietà di soggetti, da cappelle e lucernari avvolti nella nebbia, a stelle cadenti sopra campanili, archi di palazzi, stendibiancheria, archi di gondole, ponti, statue da giardino e pali ritorti che sporgono dalla laguna nera, che ricordano figure antiche.
Le fotografie di Kenna giocano magistralmente con luci, ombre e riflessi, catturando l'intensità poetica di Venezia come nessun altro fotografo.
La mostra di Anselm Kiefer nella Sala dello Scrutinio nel Palazzo Ducale di Venezia
Il titolo della monumentale mostra di Anselm Kiefer nella Sala dello Scrutinio nel Palazzo Ducale di Venezia proviene da uno scritto del filosofo veneziano Andrea Emo: Questi scritti, quando verranno bruciati, daranno finalmente un po' di luce (Questi scritti, quando bruciati, faranno finalmente un po' di luce). Le opere sono state realizzate dall’artista tedesco tra il 2020 e il 2021, e dialogano con i dipinti originali del soffitto.
Il tema che l’artista si propone di sviluppare è il rapporto tra arte contemporanea e musei, da qui il titolo della mostra, “Questi scritti, quando verranno bruciati, daranno finalmente un po' di luce “ tra l’ironico e il cinico, o il rassegnato, se vogliamo.
L’opera di Anselm Kiefer che si svela davanti ai nostri occhi, è monumentale e grandiosa. Sia Emo che Kiefer ci ricordano che questi dipinti emergono dalla negazione, dalla cancellazione degli altri preesistenti su cui si sovrappongono. E non parliamo di dipinti qualunque: gli artisti che hanno lavorato nella sala dello scrutinio, dopo l’incendio che la distrusse nel 1577, sono Jacopo Tintoretto, Andrea Vicentino e Palma il Giovane.
Proprio a causa di quell’incendio, alcuni dipinti andarono distrutti, e nuovi dipinti vennero realizzati. Ora i dipinti di Anselm Kiefer si sovrappongono a quelli preesistenti e saranno destinati a morire una volta disallestiti dal Palazzo Ducale.
Artigiani – Istanbul e Venezia
Venezia e Istanbul, le due città non sono poi così lontane l'una dall'altra, soprattutto guardando la loro storia.
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Ho avuto una grande opportunità di incontrare e fotografare lo scrittore francese Daniel Pennac e sua moglie durante la loro recente visita a Venezia.
Grazie ad un amico comune, dove la coppia vive abitualmente durante il loro soggiorno a Venezia, ho conosciuto Daniel Pennac, un uomo molto simpatico e alla mano. Confesso di non aver letto molti dei suoi libri, ma credo che adesso inizierò a farlo.
Ho aggiunto questa foto alla mia serie “Nelle case dei veneziani”.
Scattata con una Leica Q2, in una stanza molto buia, nel tardo pomeriggio.
Apesso quando leggo i dati exif delle immagini che scatto negli interno con la Leica Q2 mi sembra quasi impossibile: 1/13 sec.; f/1,7; ISO 1600.
Diaframma f/1,7 e 1/13s a 1600iso significa che siamo in un luogo estremamente buio e che se avessi anche solo dimezzato il tempo di scatto avrei rischiato il mosso.
La Venezia dell'archivio del conte Primoli
Le foto scattate nel 1889 a Venezia dal conte Primoli ci mostrano una città quasi uguale nell’architettura, eppure molto diversa.
Ho avuto recentemente la possibilità di sfogliare un libro di immagini di Venezia scattate nel lontano 1889, tratte dall’archivio Primoli. Si tratta di una preziosissima raccolta di immagini scattate dal conte Giuseppe Primoli che ci mostrano com’era la vita a Venezia alla fine del XIX secolo.
Ne ho scelte alcune e dopo un’attenta ricerca per capire dove fossero state scattate (la didascalia spesso indicava solo in modo molto generico tipo: “Bagno nel canale” oppure “Famiglia nella cappella”), sono andato a scattare nello stesso luogo, con la stessa inquadratura e cercando di usare le stessa lunghezza focale
I luoghi sono (quasi) rimasti immutati, mentre manca completamente la vita di strada. Adesso, quando ripasso negli stessi luoghi, mi sembra di sentire le voci, di vedere i movimenti e la vita che era stata immortalata dal conte Giuseppe Primoli.