Fiora emergeva da un sogno o da un incubo, da un vortice che evoca lo spazio per la scenografia di un’opera lirica.
Alcuni giorni dopo la tremenda acqua alta che ha colpito Venezia durante la notte del 12 novembre 2019, ho ricevuto una telefonata dalla mia amica Fiora. Mi disse che aveva appena sparso nel corridoio del suo appartamento al terzo piano tutti i libri che normalmente lei tiene nel magazzino al piano terra, per fare in modo che si asciugassero, e che dovevo assolutamente vedere questa cosa. Appena sono entrato in casa sua la scena davanti a me era incredibile.
Mi sono sentito come se fossi entrato in un dipinto di Anselm Kiefer: centinaia di libri – i pensieri e gli appunti di suo marito, il Mago della grande Inter Helenio Herrera – erano sparsi alla rinfusa sul pavimento come se fossero onde della appena passata alta marea.
“Che mille fiori fioriscano” è il titolo di una lunga serie di dipinti di Anselm Kiefer: esattamente come Mao Zedong nei dipinti di Ansel Kiefer, Fiora emergeva da un sogno o da un incubo, da un vortice che evoca lo spazio per la scenografia di un’opera lirica. Non c’era nessuno attorno a lei, nessuno ad ascoltarla. Era una statua nel deserto di acqua. Stava seduta alla fine del corridoio tenendo in mano un triste leone (il leone è il simbolo di Venezia) e una candela nella mano sinistra, e avevo la netta sensazione che il torrente di libri si muovesse verso di me.
Il pavimento si allarga a mano a mano che ci si avvicina alla base della foto, ed è l’unica via di accesso in casa dalla posizione dello spettatore; oppure, si potrebbe dire che chi guarda è già parte dell’immagine stessa.
Un suo tentativo di sublimare il disastro, cercando di rimuovere i drammi della storia, come fossero inquietudini da cui uscire in senso positivo.
Helenio Herrera, il mago della grande Inter che vinse tutto negli anni ’60, era un uomo indomabile, determinato a far girare sempre il fato a suo vantaggio. Fiora, la sua vedova, ha trasformato questa tremenda alluvione in un’opera d’arte, e so che questo era il suo modo per sublimare l’apocalisse che ha colpito Venezia.